I 200 anni della Compagnia "Guardie Fuoco" di Torino
Quello che potrebbe definirsi il punto di partenza della lunghissima e ricca storia dei Pompieri di Torino, ebbe un punto fermo che cadde il 22 ottobre del 1824, con l'istituzione da parte del re Carlo Felice con le sue Regie Patenti, della Compagnia Guardie a Fuoco per la Città di Torino.
Non era un punto di partenza, ma solo un fondamentale momento organizzativo, poiché la storia dell'antincendio torinese ebbe inizio nel 1786 con la nascita del "Corpo di Truppa senz'armi", un'efficiente organizzazione che constava di circa 360 artiglieri preposti all'estinzione degli incendi. Prima ancora, nel 1442, esistevano gli "Artigiani del Fuoco", alcuni artigiani che ricevettero dal Comune l'incarico di accorrere con i loro attrezzi in caso di incendio. Inizialmente l’organico della Compagnia era composto da 43 uomini: un Capitano, un Tenente, due Sergenti, otto Caporali, un Trombetta e trenta Operai Guardie. I componenti la compagnia erano prevalentemente artigiani e operai impiegati nelle diverse officine della città. Essi avevano l’obbligo di esercitarsi con le varie attrezzature tutte le domeniche mattina. Furono istituite due stazioni di guardia, una al Palazzo di Città dove giacevano le pompe di proprietà del comune; l’altra presso il Palazzo Reale per quelle di proprietà della casa regnante. Il primo modello organizzativo però non garantiva una certa tempestività del soccorso, perché, ricevuta la segnalazione di soccorso, il pompiere piantone del Palazzo Civico, doveva avvertire il trombettiere, il quale a sua volta doveva recarsi presso le abitazioni e i vari posti di lavoro, per chiamare a raccolta gli uomini. Giunti finalmente in caserma, dopo aver indossato la divisa, potevano prendere la pompa e portarsi sul luogo dell’incendio. Nel 1862, dopo il gravissimo incendio della Casa Tarino di via Po 18, ora 39, che causò la morte di ben 17 persone tra i soccorsi e i soccorritori, il Consiglio Comunale adottò dei provvedimenti migliorativi, istituendo cinque stazioni di guardia, collegate telegraficamente con la Stazione Centrale di Palazzo Civico, e portando l’organico a 101 unità. Le nuove sezioni erano: 1° Sezione Centrale (Palazzo di Città), 2° Sezione (via Bellini), 3° Sezione Moncenisio (via Cibrario), 4° Sezione Po (via Matteo Pescatori), 5° Sezione Borgo Nuovo (via S. Francesco da Paola), 6° Sezione San Salvario (via Thesauro). Da quella data prese il via la più importante riforma messa in atto dalla fondazione della Compagnia, atta al miglioramento del servizio pompieristico. Perduto il ruolo di capitale del Regno Italiano, Torino divenne il centro nevralgico della nascente industrializzazione italiana. Questi fondamentali cambiamenti trovarono i pompieri torinesi del tutto pronti e preparati per far fronte al repentino sviluppo della città e della grande trasformazione del suo tessuto sociale e produttivo. Già nella seconda metà dell’Ottocento i pompieri torinesi erano ben dotati di mezzi e materiali capaci di fronteggiare la nuova situazione. Disponevano anche di una funzionale ed efficiente sede di servizio – la Caserma delle “Fontane di Santa Barbara”, in Contrada Santa Barbara, oggi Corso Regina Margherita. Tutto questo grazie alla disponibilità del municipio torinese e all’intelligenza di alcuni suoi illuminati Comandanti. Abbandonata la definizione di Pompieri e divenuti Vigili del Fuoco nel 1939, i vigili torinesi hanno sempre saputo rispondere alle esigenze del territorio, rinnovandosi al pari dell'evoluzione sociale ed economica. Così fino ai nostri giorni. Il Comando Provinciale con la partecipazione delle più rappresentative Assoviazioni di categoria, tra le quali Pompieri Senza Frontiere, sta organizzando una serie di importanti iniziative per celebrare e ricordare l'importante ricorrenza dei 200 anni di vita. |